Il metamorfismo di una roccia (ignea, sedimentaria o già metamorfica) è l’insieme dei cambiamenti che insorgono quando questa è sottoposta ad ambienti in cui temperatura e pressione sono diversi da quelli in cui la stessa roccia, denominata protolito (roccia originaria) si è formata; anche l’eventuale presenza dei fluidi è determinante nel processo metamorfico in quanto ne accelera la velocità. Questi cambiamenti avvengono a livello strutturale, a causa di deformazioni meccaniche, e mineralogico, quando si formano nuovi minerali più stabili alle nuove condizioni ambientali; è un processo subsolidus ovvero che non comporta la fusione della roccia.
Sia l’erosione chimico-fisica (weathering) che la diagenesi sono processi che producono modifiche in una roccia ma convenzionalmente si parla di metamorfismo a partire da pressioni di 300 MPa (corrispondente alla pressione litostatica a 20/25 chilometri di profondità) e temperature superiori ai 150/200°C fino a intorno i 700°C quando, in presenza di fluidi, può avvenire una parziale fusione della roccia (anatessi) e quindi il processo di formazione di una roccia ignea; la temperatura aumenta con la profondità secondo un gradiente termico che dipende dal contesto geologico/tettonico e che varia dai 10°C/km ai 75°C/km (in presenza di intrusioni magmatiche). La profondità alla quale avviene un processo metamorfico determina inoltre la pressione alla quale è soggetta la roccia (pressione litostatica, dovuta alla rocce sovrastanti e che ha valori uguali in tutte le direzioni); questa pressione induce una compattazione sia a livello mineralogico che fra i minerali stessi con relativa diminuzione di volume (porosità) ed espulsione della eventuale parte fluida. Durante i processi tettonici ad ampia scala, oltre alla pressione litostatica, si generano pressioni orientate di compressione, tensionali o di taglio; queste sono di minore entità ma agiscono per lassi di tempo molto lunghi e sono in grado di indurre grandi cambiamenti metamorfici; la tessitura delle rocce metamorfiche, ovvero l’orientazione dei minerali e di gruppi di questi, è determinata per lo più dall’azione di queste pressioni che creano anisotropie nella tessitura come le foliazioni ovvero la disposizione con orientazione preferenziale di alcuni minerali lamellari (come le miche) o di bande con differente composizione e grana con sviluppo perpendicolare alla direzione di azione della forza.
La nomenclatura generale delle rocce metamorfiche prevede l’utilizzo del prefisso meta- (metabasalto, metarenaria, ..) ad indicare che la roccia in questione ha subito un metamorfismo che non ha cancellato i caratteri del protolito; nel caso in cui il protolito della roccia metamorfica non sia più identificabile si usano talora i prefissi orto– e para– per indicare un possibile protolito rispettivamente igneo o sedimentario.
In base alla struttura è’ possibile distinguere una roccia metamorfica:
Si distinguono le seguenti tipologie di metamorfismo:
Con il termine facies metamorfica si intende un ambiente caratterizzato da una certa variazione di temperatura (gradiente geotermico) e pressione (profondità) nel quale, a seconda della tipologia di rocce originarie, si rinviene una certa associazione mineralogica ed eventualmente la presenza di minerali indice di quella specifica facies, come ad esempio uno dei tre polimorfi del comune silicato di alluminio Al2SiO5 stabili a diverse pressioni e temperature.
– In condizione LT/LP di bassa pressione (entro il 20 km circa di profondità) e bassa temperatura (intoro ai 200/300°C) si riconosce la Facies Zeolitica, appena sopra la diagenesi e nota come metamorfismo da seppellimento, nella quale il protolito è ben riconoscibile dato il basso grado di metamorfismo.
– In ambienti caratterizzati da un alto gradiente geotermico (HT/LP), come le aureole di contatto fra rocce incassanti e camera magmatica solitamente a poca profondità ovvero bassa pressione, si riconosce la Facies a Cornubianiti.
– In condizioni MT/MP di media temperatura a pressioni medie (gradiente geotermico medio) si riconosce la Facies a Scisti Verdi, caratterizzata dall’alta scistosità della roccia metamorfosata; sempre a medie pressioni, con l’aumentare della temperatura si entra nella Facies Anfibolitica, caratterizzata dalla presenza del minerale anfibolo e la comparsa del minerale granato; a temperature ancora superiori (HT/MP) e prossime all’anatessi si riconosce la Facies Granulitica.
– In condizione LT/HP di bassa temperatura ed alta pressione (basso gradiente geotermico) si riconosce la Facies a Scisti Blu, caratterizzata dalla formazione del minerale Glaucofane (di colore blu) e tipica delle aree in subduzione (crosta oceanica fredda trascinata in profondità).
– In condizione HT/HP di alta temperatura ed alta pressione si entra nella Facies Eclogitica, il massimo tenore di metamorfismo prima dell’anatessi e caratterizzata dalla formazione della roccia eclogite caratterizzata da alta densità.