Siamo nell’area fra Orroli ed Escalaplano, dove convergono le sub-regioni di Sarcidano, Gerrei, Ogliastra e Salto di Quirra, contribuendo ciascuna al paesaggio circostante con i rilievi tabulari che le caratterizzano localmente, originatisi in diversi contesti geologici e con età molto differenti fra loro.
La cornice tabulare più evidente si riconosce nelle strutture corrispondenti:
– alle successioni calcareo-dolomitiche delle piattaforme carbonatiche giurassiche (e parzialmente triassiche) dei Tacchi fra Perdasdefogu e l’area settentrionale di Escalaplano
– alle successioni calcaree e calcareo-marnose degli ambienti marini-transizionali eocenici degli altopiani del Salto di Quirra
– alle colate basaltiche del Ciclo vulcanico plio-pleistocenico dell’altopiano di Nurri e Orroli.
Questi altopiani si impostano generalmente sul basamento paleozoico, il quale assume anch’esso localmente una morfologia peneplanata dovuta all’erosione differenziata delle varie formazioni geologiche durante le decine di milioni di anni di continentalità in seguito al Ciclo ercinico.
Il Flumendosa attraversa questo territorio con direzione N-S, incassato fra strette e profonde valli che ha solcato erodendo le formazioni rocciose paleozoiche durante il sollevamento dell’area avvenuto fra il Terziario ed il Quaternario; lo spettacolare canyon nel tratto a valle della Diga Nuraghe Arrubiu (che a monte forma il Lago basso del Flumendosa, vedi qui un articolo) si sviluppa per circa 2,7 chilometri nelle rocce vulcaniche paleozoiche risalenti al Ciclo vulcanico dell’Ordoviciano medio; le ripide pareti della gola evidenziano una serie di dorsali rocciose e frastagliate che scendono dalla sommità tabulare verso il letto del fiume e la cui nuda roccia contrasta con la fitta vegetazione che ammanta i versanti della gola e alcuni piccoli terrazzamenti.
Vi sono due punti ove è possibile ammirare la parte finale di questo canyon ovvero presso il belvedere all’estremità meridionale del Taccu Piccinnu e lungo la SP10, subito dopo i due tornanti di Arcu S. Stefano che discendono dal Taccu stesso; in particolare, nel primo punto si ha una visuale dall’alto in cui è ben visibile il paesaggio circostante formato dagli altopiani sopra menzionati, mentre nel secondo punto si ha una vista frontale e più immersiva del canyon.