Il Goceano è una splendida sub-regione montuosa, ricca di foreste e sorgenti, nella Sardegna centro-settentrionale.
E’ un territorio fra i più antichi dell’Isola, geologicamente molto vario dove affiorano in continuità formazioni rocciose datate dal Cambriano fino al Paleozoico superiore, ognuna con la propria caratteristica morfologica che si rispecchiano in una asimmetria dei versanti che risultano più scoscesi verso meridione dove prevalgono i graniti tardo paleozoici e meno acclivi e più regolari verso settentrione, dove prevalgono gli affioramenti metamorfici del Cambriano-Ordoviciano inferiore.
Un assaggio di questo magnifico territorio è l’oggetto di questo breve itinerario giornaliero che percorre il Goceano in direzione NE-SW attraversando alcune fra le Foreste demaniali più vecchie della Sardegna, iniziando dalla Foresta di Fiorentini (con i monumentali Pini larici), Foresta Anela (cima di Punta Masiennera) e Monte Rasu (ampi panorami sulla Barbagia, la piana del Tirso e il Logudoro).
Nella mappa a destra è riportato il percorso a partire dalla Caserma forestale di Fiorentini, facilmente raggiungibile imboccando la SP36 a sud del paese di Ozieri.
Foresta Fiorentini (Bultei)
All’altezza degli edifici della Caserma prendiamo a sinistra la stradina in leggera salita che dopo pochi metri diventa una sterrata (pista forestale) percorribile solitamente anche da un’auto normale. La bellissima Foresta demaniale di Fiorentini fu istituita ufficialmente con Regio Decreto del 1886, risultando così fra le più vecchie foreste demaniali sarde; l’area protetta ha un’estensione pari a poco meno di 1.600 ettari integralmente ricoperti da boschi fitti e rigogliosi con predominanza di sughere alle quote inferiori e di leccio alle quote più alte che raggiungono i 1.002 mt con Monte Fraidorzu.
La pista forestale risale dolcemente seguendo il profilo di un paio di valli, il bosco ci circonda e ogni tanto fra gli alberi la vista si apre dandoci la possibilità di percepire quanto sia fitto ed esteso in ogni direzione.
In breve si raggiunge la piccola fonte Su Labioliu e la località Sa Fraigada (905 mt), al lembo settentrionale dell’altopiano granitico caratteristico della sommità dei monti centro-orientali del Goceano.
Dopo pochi metri, in corrispondenza di cartello segnaletico, prendiamo a destra un’altro sterrato verso località Su Tassu che raggiungiamo in breve quando ci troviamo, non senza un piacevolissimo stupore, nella parte di bosco dove dimorano magnifici e maestosi Pini larici che con altezze fra i 35 e i 40 mt sono gli alberi più alti della Sardegna!
Il Pino laricio non è una specie autoctona dell’isola, è stato impiantato sperimentalmente un secolo fa in questa zona e l’esperimento può dirsi completamente riuscito sia per l’ottimo aspetto vegetazionale che per la magia e l’impagabile suggestione che si è creata in questa parte di foresta.
Ritornati sui nostri passi fino a Sa Fraigada, continuiamo verso destra (direzione SE) su stradina asfaltata fino a uscire dal bosco in una grande piana nella quale sulla sinistra c’è il piccolo Paule Fiorentini, una depressione che raccoglie le acque piovane circostanti e dove solitamente pascolano mandrie di cavalli e mucche in un paesaggio bucolico e suggestivo.
La stradina che stiamo percorrendo si immette ora nella SP161 che imbocchiamo svoltando verso destra (SW) percorrendo per poco più di 4 km l’altopiano granitico fra pascoli e boschetti, fino a Janna Isprumele dove ci immettiamo nella SP36 in direzione Bultei (sinistra); dopo 2,4 km svoltiamo a destra su una strada forestale in leggera salita seguendo le indicazioni turistiche presenti verso Foresta Anela, raggiungendo dopo 1.800 mt la Caserma forestale in località Sa Minda (quota 1.000 mt).
Foresta Anela (Anela)
La Foresta demaniale di Anela è stata istituita nel 1886 (insieme alla Foresta di Fiorentini) su un’estensione di 1.030 ettari ai quali si sono aggiunti nel decennio del 1990 una cinquantina di ettari dei Comuni di Bono e Bultei. L’altitudine media del Compendio forestale è di 1.000 mt con quota massima presso Punta Masiennera (1.156 mt); la maggioranza della copertura arborea è a Leccio, che in alcune aree si presenta con esemplari di grandi dimensioni, al quale si unisce sopratutto l’agrifoglio nelle stazioni più fresche e umide; nel tempo, in diverse aree si sono operati rimboschimenti con specie non autoctone fra le quali il Faggio e il Cedro dell’Atlante hanno dato ottimi risultati in quanto si rinnovano autonomamente e caratterizzano paesaggisticamente in maniera splendida alcune aree.
Dalla località Sa Minda, attrezzata con una bella area picnic attorno ad un laghetto artificiale, si prosegue in direzione NNO (verso destra) lasciandoci gli edifici della Caserma sulla sinistra e imboccando lo sterrato di destra nel primo bivio che si presenta dopo pochi metri; si procede nel magnifico bosco prendendo lentamente quota, passiamo accanto alla bella fonte di Cantaru ‘e Prammuttu (una delle molte presenti nella Foresta) e dopo 1.500 mt dal bivio giungiamo alla radura in località Masiennera (quota 1.088 mt) ai piedi dell’omonima Punta, parcheggiamo e ci dirigiamo a nord ovest imboccando lo sterrato che in 300 mt giunge alla vedetta antincendio posizonata sulla cima.
Usciti dal fitto bosco giungiamo poco sotto la rocciosa Punta Masiennera, caratterizzata da scenografici affioramenti (noti come Formazione di Santa Vittoria) costituiti da antiche rocce vulcaniche dell’Ordoviciano medio, ruvide e spigolose, colonizzate per la maggior parte dalla gariga a Ginestra (Genista salzmannii).
Punta Masiennera si eleva di oltre 150 mt rispetto alle alture circostanti (solo Su Pizzu de Sa Pedra 700 mt a ESE ha un’altezza poco inferiore) così che il fantastico panorama che si gode presso la vedetta antincendio è a 360° e decisamente profondo in ogni direzione; a partire dalla lunga catena di monti del Goceano e del Marghine (fino a Punta Palai), in giornate non troppo velate si vedono fra E e SE i grandi massicci montuosi dell’area centro orientale dell’Isola (Montalbo e Massiccio del Corrasi), spostandosi verso sud, oltre la piana del Tirso e la Serra di Orotelli, il Gennargentu settentrionale e occidentale e i monti della Barbagia; ad ovest, oltre l’Altopiano di Campeda, la vista raggiunge il mare di Bosa e spostandosi verso N il Meilogu, il Logudoro, i Monti Limbara e il Monteacuto con Monte Lerno e i monti di Buddusò e Alà dei Sardi.
L’itinerario prosegue tornando a Sa Minda da dove procediamo dritti sulla pista forestale in direzione Bono-Foresta di Monte Pisanu (segnaletica presente), dopo 800 metri teniamo la sinistra ad una biforcazione, dopo un altro paio di chilometri ci immettiamo nella SP6 svoltando a destra e in meno di due chilometri raggiungiamo il passo di Bucc’Aidu (1.042 mt) in territorio di Bono, che vediamo nella foto a sinistra scattata dal passo; dal qui imbocchiamo la sterrata sulla sinistra, passiamo un cancello fra un muro a secco e iniziamo a salire il versante nord orientale di Monte Rasu, raggiungendone comodamente la sommità sulla quale sono installate alcune antenne TLC e una vedetta antincendio.
Monte Rasu (Bono)
Monte Rasu, con i suoi 1.259 mt, è la cima più elevata della catena montuosa del Marghine-Goceano e, dopo le vette del Limbara, di tutta la Sardegna centro-settentrionale; il nome in sardo identifica un’altura con profilo rotondeggiante e un’ampia cima sub-planare, connotati morfologici che dipendono dalla storia geologica del Monte che è formato da formazioni rocciose note come Arenarie di San Vito, risalenti addirittura al Cambriano medio-Ordoviciano inferiore e sottoposte per centinaia di milioni di anni ad incessante erosione, levigatura e spianamento. Alcuni vecchi incendi hanno purtroppo denudato alcune aree nella parte sommitale che è stata per buona parte rimboschita anche se ampie aree presentano una vegetazione arbustiva, per quanto fitta, ancora bassa.
Nonostante l’altezza e l’assenza di alture circostanti non è possibile godere di un panorama a 360° da un’unica posizione, un po’ per via delle grandi antenne, un po’ per la conformazione morfologica della cima; spostandosi man mano nei vari punti la visuale spazia a nord dal Logudoro al Limbara, ad est su tutto il Goceano e le sue foreste rigogliose, verso sud sulla valle del Tirso, la Serra di Orotelli con Corrasi e Gennargentu alle spalle, la piana tettonica di Ottana e i monti del Barigadu, e infine verso ovest sui Monti del Marghine che culminano con Punta Palai (1.200 mt).
Riprendiamo in discesa la strada e al primo bivio giriamo a destra su una pista che segue lo scosceso versante meridionale di Monte Rasu; percorsa una lunga striscia tagliafuoco giungiamo a un passo a SW di Monte Rasu (1.170 mt) dove imbocchiamo lo sterrato di destra che scavalla e ridiscene il versante settentrionale attraversando l’area protetta e Monumento naturale di Sos Nibberos (tasseta pura con esemplari pluri secolari); la pista forestale termina immettendosi nella SP6 e possiamo svoltare a destra tornando a Bucc’Aidu e scendendo a valle verso Bono oppure prendere a sinistra in direzione Foresta Burgos e Logudoro.