Attraversare la Sardegna da costa a costa, da ogni punto verso qualunque direzione, ci permette di esaltarne una delle peculiarità: il mutare del paesaggio, in maniera anche estrema, nel giro di pochi chilometri, varcando un passo montano, aggirando un’altura, uscendo da una gola verso il mare.
Tutto quello che ammiriamo oggi è il risultato della ricca, complessa e antica storia geologica della Sardegna; pochi luoghi nel mondo sono un concentrato puntuale di rilevanze geologiche risultato degli avvenimenti dal Paleozoico fino ai giorni nostri. (A destra un maestoso esempio della copertura carbonatica mesozoica: la parte sommitale della Gola Gorropu, una delle più profonde e strette d’Europa, e alle spalle Monte Cusidore nel Supramonte di Oliena)
Fin dalla nascita della Terra (circa 4,5 miliardi di anni dal presente) si sono succeduti una lunghissima serie di avvenimenti geologici che hanno contribuito a strutturare il Pianeta che attualmente conosciamo. Il motore di questi avvenimenti è il graduale e inesorabile, anche se estremamente lento, raffreddamento del nucleo terrestre; l’enorme quantità di calore perso dal nucleo della Terra in favore degli strati via via più esterni si propaga per convezione, ovvero si trasferisce grazie ai moti convettivi delle rocce del Mantello: le rocce più interne e calde migrano verso l’esterno mentre quelle esterne e più fredde “cadono” in direzione del nucleo scaldandosi nuovamente reiniziando cosi il ciclo; questo movimento continuo, sebbene si svolga su tempi geologici, si ripercuote sullo strato freddo e fragile della crosta terrestre come un “nastro trasportatore” che sposta reciprocamente le varie porzioni di crosta terrestre fratturata, o placche, secondo la teoria della Tettonica delle Placche.
A partire dal Paleozoico, circa 550 MA, le placche in cui era suddivisa all’epoca la crosta terrestre sono andate via via avvicinandosi entrando in collisione e quindi unendosi completamente con la formazione, circa 300 MA fa, del super continente Pangea.
Questa si ri-frammentò quasi subito, all’inizio del Mesozoico circa 250 MA, in numerose placche che si spostarono reciprocamente, talvolta riaggregandosi, con la contestuale nascita di nuovi oceani fra esse fino all’attuale conformazione.
E’ in questo periodo che si colloca la storia geologica della Sardegna, per quanto possiamo intuirla attraverso lo studio degli attuali affioramenti e la relazione fra essi. (a sinistra Cala Coscia di Donna, nella Nurra settentrionale, mostra gli affioramenti di metarenarie quarzitiche del Paleozoico inferiore)
In mezzo miliardo di anni la Sardegna è stata tutto fuorchè quella che conosciamo oggi; la successione di fasi distensive e di rifting, orogenesi, cicli vulcanici e sedimentari unitamente ad una costante erosione, sollevamenti e basculamenti, hanno letteralmente costruito e modificato senza sosta ed eterogeneamente il territorio sardo. (A destra, la costa di Villanova Monteleone caratterizzata dai suggestivi espandimenti ignimbritici cenozoici del Ciclo vulcanico oligo-miocenico)
E’ importante evidenziare, come riportato nei prossimi capitoli, che fino all’Oligocene superiore (circa 25 MA) la Sardegna e la Corsica, intimamente legate in questa storia travagliata, erano contigue alla costa catalano-provenzale ed hanno quindi condiviso gran parte della loro storia geologica con il margine sud europeo; nel Miocene inferiore, dopo una roto-traslazione di 30/35° in senso antiorario durata circa 10 MA, il blocco sardo-corso ha assunto l’attuale posizione ad ovest dell’Italia. (A sinistra il più grande sistema dunale d’Europa: Piscinas (Arbus), depositi eolici olocenici risalenti a meno di 11.000 anni dal presente)
Attualmente la Sardegna è in condizioni di stabilità dove predominano erosione e sedimentazione e del totale degli affioramenti vi è una presenza quasi equivalente di rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche legate ai diversi avvenimenti geologici dal Paleozoico ai giorni nostri.
Segui a questi link i tre capitoli della storia geologica della Sardegna:
PALEOZOICO, quando durante il Ciclo orogenico ercinico si strutturò il basamento metamorfico e cristallino sardo-corso
MESOZOICO, periodo nel quale si instaurarono le sovrastrutture carbonatiche depostesi nel basso mare epicontinentale che ricopriva gran parte dell’Isola
CENOZOICO, gli ultimi 60 MA circa che hanno visto grandi cicli vulcanici (spintisi fino a un centinaio di migliaio di anni fa) e di sedimentazione che con gli ultimi movimenti tettonici e la continua erosione hanno definitivamente modellato l’attuale morfologia della Sardegna.
Queste le pubblicazioni che mi sono state d’aiuto per farmi un’idea sull’argomento:
– “Note illustrative della Carta Geologica della Sardegna a scala 1:200.000” di Luigi Carmignani et alii, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
– “Sardegna. Aspetti del paesaggio fisico in un micro continente” di Sergio Ginesu, Edizioni Poddighe Sassari.
– “Gli edifici vulcanici cenozoici della Sardegna” di R. Cioni et alii, Rubbettino Editore per Regione Autonoma della Sardegna.
– Varie pubblicazioni della collana “Geological Field Trips” elaborati dall’ISPRA (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/periodici-tecnici/geological-field-trips).
– Un gran numero di pagine web, a carattere sia divulgativo che scientifico.