
Non numerose come i Nuraghe, che sono circa 7/8.000 mila in diversi stati di conservazione, le cento e più Torri costiere della Sardegna sono ugualmente un segno tangibile della storia passata dell’Isola. Nonostante quasi 1.000 anni separino le epoche in cui sono stati eretti, torri e nuraghi assolvono alla medesima funzione base di controllo e presidio di un’ampio territorio e, congiuntamente ad altri siti collegati in linea visiva, di aree ancor più estese, mettendo in comunicazione località molto distanti tra loro e assolvendo, per lo più i nuraghi, anche a funzione di connessione sociale. Luoghi d’elezione (quasi sempre molto suggestivi) per il posizionamento delle torri sono i promontori e le sommità delle scogliere.

Il complesso delle Torri costiere della Sardegna è l’evoluzione di un sistema di osservazione e avvistamento congiunto contro le incursioni piratesche che è presente e diffuso sul territorio costiero dell’Isola già a partire dall’epoca dei Giudicati (VIII sec.). Questo sistema di fortificazioni venne sviluppato e incrementato dagli Aragonesi che a partire dalla seconda metà del 1.500 si dotarono della Reale Amministrazione delle Torri, appositamente fondata per la costruzione di nuove strutture, manutenzione delle stesse e di quelle pre-esistenti e ovviamente gestione e coordinamento di questi avamposti d’avvistamento e di prima difesa contro le orde piratesche che da sempre affliggevano le coste e che in quel periodo avevano visto l’aumento delle incursioni ai centri costieri.

Delle 105 Torri costiere censite nel tempo (l’anno a cui si fa riferimento nella descrizione delle singola unità è quello in cui se ne trova la prima traccia in documenti storici) alcune sono ormai solo un rudere ed altre si presentano in diversi stati di conservazione, anche molto buoni; quasi tutte le Torri sono di pianta circolare e forma tronco conica ed una dozzina si sviluppano su due piani (oltre il terrazzato o piazza d’armi).

A seconda della mole, della posizione e vicinanza ad obiettivi sensibili, del tipo di armamento e di uomini di provvigione, si distinguono tre tipologie di torre:
- De Armas per difesa pesante, diametro medio fino a 18 metri ed altezza maggiori di 12 metri, possedevano 2/4 cannoni di grosso calibro e fucili ed erano presidiate da un comandante (Alcaide) più 5/6 soldati.
- Senzillas per una media risposta difensiva, diametro di una dozzina di metri ed altezza media di dieci metri, possedevano un paio di cannoni di medio calibro e fucili ed erano presidiate da un Alcaide e 3/4 soldati.
- Torrezillas per sola osservazione e comunicazione, diametro di cinque/sei metri ed altezze medie di sette metri, erano presidiate da un paio di soldati armati con soli fucili.
Attualmente alcune torri sono inquadrate in Sa Conservatoria de sas Costeras de sa Sardigna (Conservatoria delle Coste della Sardegna) che ha il compito di gestire e tutelare il patrimonio costiero dell’Isola.
Torri della Baia di Porto Conte (Alghero).
Nella Baia di Porto Conte sono posizionate ben 4 torri aragonesi, di ognuna delle tipologie esistenti, che sorvegliavano l’accesso alla profonda insenatura, a dimostrazione di come (fin da epoca nuragica e romana) fosse un luogo strategico per la navigazione e la sosta in questo tratto di mare.





Torre Argentina (Bosa, anno 1.578, senzillas).

Sulla costa pochi chilometri a nord di Bosa troviamo Torre Argentina, eretta sui tufi trachitici tipici della zona ad un’altitudine di poco più di 30 metri s.l.m.; la si raggiunge facilmente dalla SP49 al km7 attraversando la località Tentizzos verso il mare (territorio privato). Torre Argentina, classificata come senzillas, sorvegliava un ampio tratto di mare (circa trenta chilometri) tra Capo Marargiu e Capo Mannu. L’ambiente in cui si inserisce è molto caratteristico sopratutto per via delle rocce di tufo trachitico che spuntano come grosse bolle, scavate in numerose forme dall’erosione, nella vallata di Tentizzos e che compongono colonne e gradinate sulle alte montagne sovrastanti la costa, tra cui il Monte sa Pittada (788 mt. s.l.m.).


Torre Porticciolo (Alghero, anno 1.572, senzillas).

Torre Porticciolo prende il nome dalla piccola insenatura (in catalano portichiol) creata dalla penisoletta sulla quale è stata costruita la torre, a 40 mt. d’altezza sul mare. La visuale spazia da Punta Cristallo a tutto il Golfo di Porto Ferro fino a Capo dell’Argentiera. Dista da Alghero nemmeno venti chilometri, vi si arriva tramite la provinciale per Fertilia e poi per Porto Ferro, seguendo le indicazioni.





Torre della Pelosa (Stintino, anno 1.578, de armas).

Alta una decina di metri e costruita in scisto locale, la Torre della Pelosa è posizionata sull’isolotto accanto alla Spiaggia della Pelosa, tra Capo Falcone e l’Isola Piana; aveva il compito di sorvegliare lo stretto canale dell’Asinara che permetteva il passaggio tra il mare aperto e i bassi approdi fino a Stintino, senza dover aggirare la grande Isola. E’ in contatto visivo con la Torre di Isola Piana e con la Torre Falcone che domina da 190 metri tutto il tratto di costa fino all’Argentiera e ha una visuale eccellente sul Golfo dell’Asinara e la Nurra.


Torre San Giovanni di Sarrala (Tertenia, anno 1.639, de armas).

Siamo nella splendida e selvaggia Ogliastra meridionale, in località Sarrala (o Melisenda) nel territorio comunale di Tertenia. La Torre è situata a venti metri d’altezza su un piccolo promontorio a sud del Monte Guardia Manna e domina un tratto di mare esteso venti chilometri fra Capo Sferracavallo, a nord, e l’isolotto di Quirra, a sud.
La Torre è a sezione tronco conica con un diametro alla base di oltre dodici metri per un altezza di undici; il piano terra rialzato si presenta diviso in più locali e subito a destra dell’attuale ingresso, addossata alle mura interne, una prima rampa di scale in precarie condizioni porta al primo piano; questo è un unico locale con funzione di casamatta con numerose feritoie lungo il bordo e da qui parte la seconda scala, nelle stesse condizioni malagevoli della prima, che giunge al terrazzo o piazza d’armi dal quale si domina un paesaggio maestoso sul sottostante mare. La Torre risultava ai tempi essere molto ben armata, avendo il compito di sorvegliare un ampio tratto di mare sprovvisto di altre fortificazioni.

Alberto della Marmora, nel primo volume di “Itinerario dell’Isola di Sardegna“, narra di un eroico fatto accaduto il 27 luglio 1812 proprio alla Torre San Giovanni di Sarrala (o Saralà come da lui indicato); l’alcaide Sebastiano Melis (l’alcaide è il comandante di una torre di difesa aragonese in Sardegna), a guardia della Torre insieme al figlio e a due altri uomini, riuscì strenuamente e coraggiosamente a tenere testa a un folto gruppo di pirati tunisini sbarcati nella zona, che attaccavano la Torre sia da mare che da terra; per più di dieci ore e nonostante l’uccisione del figlio del Melis ed il ferimento di se stesso e degli altri uomini, egli riuscì a resistere, procurando 17 tra morti e feriti fra gli invasori, fino a quando sopraggiunsero rinforzi dai paesani di Tertenia che costrinsero definitivamente i pirati ad una frettolosa e disordinata ritirata.
La Torre fu poi definitivamente abbandonata dal 1851 per ritrovarsi rediviva durante l’ultimo conflitto mondiale quando venne utilizzata come punto d’osservazione e corredata intorno ad essa con postazioni armate.
La raggiungiamo dallo svincolo della SS125 in direzione di Marina di Tertenia, proseguendo fino a scendere nella piana di Sarrala, seguendo le indicazioni per Barisoni e quindi la svolta a sinistra per la Torre (12 chilometri in totale dalla SS125).


Torre di Cala Domestica (Buggerru, anno 1.786, senzillas).

Siamo all’estremità meridionale del territorio comunale di Buggerru; la Torre di Cala Domestica, alta 11 metri per un diametro di 12, è posizionata ad un’altezza di 39 metri sulla sommità di una lingua di roccia a strapiombo sul mare. Nei documenti di fine 1.500 si menzionano volontà di costruzione di un presidio in loco ma non è chiaro che tipo di struttura eventualmente fosse qui presente mentre risultano certi i lavori di restauro e completamento dell’attuale struttura da parte della Reale Amministrazione delle Torri nel 1.786.

La Torre di Cala Domestica è, a mio parere, una delle più suggestive dell’Isola. La visuale spazia su un tratto di costa smisurato (oltre quaranta chilometri) da Capo Pecora a nord fino alla Torre di Porto Paglia e l’isola di Carloforte a sud ed è stata utilizzata come punto d’osservazione militare ancora durante la Seconda Guerra Mondiale. Il contesto naturalistico in cui è inserita è notevole, tante sono le bellezze che la circondano. Il sottostante piccolo fiordo di acqua turchese, la grande spiaggia principale e la calettina a cui si accede da un foro nella montagna, i sentieri che dalla Torre portano a Masua o Buggerru sempre dall’alto delle falesie e l’indiscusso fascino di alcuni pezzi di archeologia mineraria che ricordano il passato di questi luoghi. Per arrivarci si può raggiungere in auto il parcheggio di Cala Domestica tramite la SP83 da Buggerru o Nebida e da qui a piedi si raggiunge il lato sud (sinistro) della spiaggia fino ai ruderi del magazzino minerario e da qui imboccare un sentiero che risale il costone di roccia fino alla cima pianeggiante e quindi fino alla Torre.


Torre di Punta Foghe (Tresnuraghes, anno 1.591, senzillas) e di Ischia Ruggia (Tresnuraghes, anno 1.591, torrezillas).

Siamo nell’estremità meridionale del Comune di Tresnuraghes, a Punta Foghe. Qui il Rio Mannu arriva al mare scavando un profondo canyon al termine del quale, ad un’altezza di settanta metri in posizione quindi di grande rilievo sulla sottostante foce e la costa, è stata eretta la Torre Foghe (Torre della foce), costruita in rocce basaltiche locali con un’altezza della piazza d’armi pari a dieci metri circa.

Indicata come senzillas, la Torre è ubicata in posizione molto strategica e permette il controllo dello specchio d’acqua tra Capo Mannu e Capo Marargiu (35 chilometri) in linea visiva con varie torri; l’essere posta così vicini ad un importante corso d’acqua come il Rio Mannu dava alla guarnigione il compito aggiuntivo di sorvegliare l’approdo per non permettere rifornimento d’acqua dolce da parte dei pirati.
Punta Foghe è sita nella parte meridionale della Planargia, tavolato basaltico che arriva al mare con un salto di sessanta/settanta metri caratterizzato da bellissime falesie rosso scuro/violaceo; localmente il Rio Mannu riserva lo scenario più spettacolare perchè dopo aver solcato l’entroterra per secoli, creando il profondo canyon, il Rio non è riuscito ad aprirsi uno sbocco diretto attraverso gli scogli di Punta Foghe e subisce quindi una brusca deviazione a sinistra creando una spiaggetta di ciotoli che in tempi di scarsa pioggia unisce le due sponde.

Poco più di due chilometri in linea d’aria a nord di Torre Foghe troviamo Torre Ischia Ruggia (classificata come torrezillas), in mezzo tra le alture scoscese e le scogliere ha una bellissima vista sugli Scogli Corona Niedda e sulla costa fino a Capo Marargiu.

Per arrivare a queste torri si prende la strada comunale che parte direttamente a sud dell’abitato di Tresnuraghes (dieci chilometri).
Torre delle Saline (Stintino, anno 1.572, de armas).
La Torre delle Saline si trova tre chilometri a sud di Stintino, nella località che le da il nome. Adagiata direttamente sugli scogli ha un diametro di quasi dodici metri ed un’altezza della piazza d’armi di dodici metri e mezzo; come poche altre torri possiede ben due piani coperti, collegati da una scaletta in legno. Sono presenti alcuni edifici di servizio adiacenti alla Torre che purtroppo sono in pessimo stato di conservazione.

Essendo posizionata fra due beni preziosi come la vecchia tonnara e le saline, la Torre era del tipo de armas, ovvero garantiva una difesa con armamento pesante e la presenza di 6/7 uomini. Il campo visivo diretto spazia su tutto il Golfo dell’Asinara ed era in contatto con la Torre Falcone e quella di Porto Torres; la vista verso l’entroterra spazia dalle Saline allo Stagno di Casaraccio.



Le Torri di Porto Ferro (Sassari)

Porto Ferro è un’ampia insenatura che termina con una lunga spiaggia (quasi due chilometri) nel tratto costiero fra Capo Caccia e l’Argentiera; essendo la lunga spiaggia un buon approdo per i Saraceni, in un tratto di mare di alte e quasi inaccessibili scogliere, è stata presidiata da ben tre torri posizionate ai lati sud e nord della baia.



Altre torri costiere.









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splendide foto , ma ne mancano tante altre, ottima descrizione complimenti.
Ciao Antonio e grazie per il tuo commento, effettivamente credo manchino almeno un’ottantina di torri ancora da fotografare 😀
a presto!
simone