Monte d’Accoddi è un complesso archeologico pre-nuragico il cui nucleo originario risale alla metà del IV sec. AC; la particolarità del monumento è quella di somigliare architettonicamente ad una ziqqurat, il caratteristico tempio a gradoni mesopotamico, e questo è un unicum in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo; questa tipologia di costruzione rientra forse nella cultura spirituale secondo la quale cielo e terra potevano congiungersi tramite un monte, o altare, permettendo così la discesa degli Dei sulla Terra. Almeno per i reperti del nucleo originario del Tempio non sarebbe palusibile una contaminazione con la cultura mesopotamica, che si sarebbe sviluppata molti secoli a venire, mentre potrebbe avere un nesso almeno temporale per quanto riguarda l’ampliamento del Tempio a gradoni, avvenuto dal 2800 AC.
In quest’area, già frequentata dal neolitico, dalla metà del IV millennio AC si instaurarono popolazioni appartenenti alla Cultura di Ozieri i quali costruirono villaggi, Domus de Janas, menhir ed infine eressero un primo tempio a terrapieno di forma tronco-piramidale, in seguito denominato “Tempio rosso” per via dell’intonacatura ad ocra rossa che lo abbelliva. Dopo un periodo di semi abbandono, nel 2800 AC il preesistente complesso fu ampliato dalle Genti della Cultura di Abealzu-Filigosa; il grande altare fu inglobato in uno più grosso (noto come Tempio a gradoni), sovrapponendo strati di terra e ciottoli contenuti tramite grossi blocchi calcarei e portando così la costruzione ad assumere dimensioni alla base di 37,5 mt x 30,5 mt per 10 mt di altezza mentre una rampa lunga oltre 40 mt permetteva l’accesso all’ampia terrazza sommitale. Il sito religioso fu frequentato fino agli albori dell’Epoca nuragica intorno al 1800 AC.
Attorno alla monumentale Tempio sono presenti capanne ed altri notevoli ed interessanti manufatti pre-nuragici: alla sinistra della rampa che conduce al terrazzo del tempio è posizionato un bellissimo menhir in roccia calcarea alto quasi 4 metri e mezzo; a destra della rampa è posizionata una enorme lastra calcarea di 3 mt per lato sostenuta a modi dolmen da grosse pietre e che per la presenza di numerose coppelle e fori passanti sembra dovesse fungere come altare sacrificale; all’imboccatura della rampa, sempre sul lato destro, si trova una grossa roccia calcarea lavorata come una sfera ed una simile più piccola che si ritiene provengano da zone limitrofe e quindi portate qui in un secondo momento.
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