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Porto Pino, Is Arenas Biancas. Vista dalle dune maggiori verso la lunga spiaggia e i retrostanti stagni. Sullo sfondo a sinistra, parte dell’Arcipelago del Sulcis con l’Isola della Vacca e Sant’Antioco

Porto Pino è un’ambita meta turistica del Sulcis meridionale, legata in modo indissolubile alle bellissime dune di Is Arenas Biancas (Sabbia Bianche).
Il golfo di Porto Pino è situato nella parte più meridionale del grande Golfo di Palmas, racchiuso fra il piccolo promontorio calcareo di Porto Pineddu (a nord) e Punta Perda Rosa (a sud); è orlato da una profonda spiaggia lunga oltre 4 km, suddivisa fra i comuni di Sant’Anna Arresi (i primi 1.500 mt da nord) e Teulada (la restante parte centro-meridionale), mentre la parte retrostante il litorale è interessata da una vasta zona umida con numerosi stagni; l’arenile di Teulada (inclusa l’area delle dune) ricade nell’area di pertinenza del Poligono NATO di Capo Teulada e l’accesso è garantito durante l’estate mentre fuori stagione dipende dalle attività militari.

Porto Pino, Is Arenas Biancas
I primi sistemi di dune minori si accrescono grazie ai cespugli di Ammofila arenaria che ne permette laccrescimento

Le bianchissime sabbie di Porto Pino, derivanti dal disfacimento delle rocce calcareo-dolomitiche giurassiche che costituiscono il promontorio di Porto Pineddu ed il tratto di costa subito a nord, sono convogliate dalla corrente dominante in maniera massiccia nell’ultimo tratto di litorale lungo un chilometro, dandovi origine al vasto e complesso sistema dunale che con direzione di accrescimento SO-NE si spinge fino a 500 mt nell’entroterra e raggiunge una trentina di metri d’altezza nelle dune maggiori. Già a 20/30 mt dal bagnasciuga iniziano a succedersi e sovrapporsi i primi sistemi di dune minori, accresciutesi grazie ai numerosissimi cespugli di Ammofila arenaria (Calamagrostis arenaria) che le tengono assieme con le fitte radici permettendone lo sviluppo.

Is Arenas Biancas. A sinistra parte del complesso di dune minori con gli avvallamenti raggiunti dall’acqua del mare durante le tempeste; a destra Ginepro coccolone sulla sommità di una duna prostrato come a incorniciare il retrostante panorama con l’Isola della Vacca

Velocemente si procede con un generale innalzamento verso le vere e proprie dune maggiori che creano un fronte semi-stabilizzato che continua per centinaia di metri alle spalle e alcune delle quali sono colonizzate nella parte sommitale da bellissimi e contorti esemplari di Ginepro coccolone (sottospecie di Juniperus oxycedrus); dove non si sviluppano le grandi dune, ne sono presenti di minori disposte in fasce parallele alla costa e fra le quali si aprono spianate nelle quali fluisce l’acqua del mare durante le tempeste. Dalla cima delle dune il bianco brillante delle distese sabbiose contrasta con i blu del cielo e del mare, mentre si gode un panorama fantastico sulla lunga spiaggia, gli stagni retrostanti e l’entroterra fino ai monti del Sulcis meridionale.

Porto Pino. A sinistra vari stadi di colonizzazione delle dune dal ginepro, in primo piano un tronco relitto mentre subito dietro una duna completamente colonizzata da vari esemplari; al centro un gruppo di fenicotteri (Sa Zente arrubia) che spesso stanzia negli stagni retrostanti; a detra panoramica della spiaggia al tramonto

Un’altro elemento di grande valore di Porto Pino è l’estesa zona umida retrostante il litorale frequentata da numerosi uccelli, fra i quali il fenicottero rosa; è costituita dagli stagni Maestrale, de Is Brebeis, di Porto Pino, de Su Crobu e Foxi i quali oltre che essere collegati fra loro tramite una serie di chiuse e canali lo sono anche con gli stagni di Porto Botte e le saline di Santa Caterina.
Per il grande valore naturalistico e paesaggistico, il territorio su cui insistono le zone umide, le dune di Is Arenas Biancas ed il promontorio di Porto Pineddu con la Pineta Candiani (pineta autoctona di Pino d’Aleppo) è un Sito d’Interesse Comunitario.

Stagni di Porto Pino: a sinistra Stagno Is Brebeis, al centro Stagno Maestrale, a sinistra Stagno di Porto Pino




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