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Molte volte ero passato da Genna Cruxi, sulla SS125 poco oltre il bivio per Urzulei, notando la strada che partendo da qui costeggia, abbarbicata, il grande costone di Punta Is Gruttas sparendo poi chissà dove. E’ capitata l’occasione di andarci di proposito, per tornarci altre volte, e scoprire come sia in effetti un accesso agevole e diretto verso il cuore del Supramonte di Urzulei.

La stradina avanza sotto la ripida parete e dopo circa un chilometro aggira il grande bastione calcareo e, in direzione sud, si gode uno splendido panorama sulla valle di Urzulei e Talana mentre verso est sulla piana di Su Fenu con sfondo il Supramonte di Baunei; alle nostre spalle si percepisce l’incombenza di Punta Is Gruttas, come se questa fosse poderosamente spinta sulle nostre teste dal “treno” di alture che da qui si sviluppa in direzione nord per ben 9 km fino alla Gola di Gorropu.

Punta Is Gruttas: a sinistra la deviazione dalla SS125; al centro la stretta via che corre sormontata dagli imponenti bastioni calcarei; a destra vista della valle di Urzulei

Dopo meno di 2 km dalla SS125 ci si affaccia sull’altopiano di Campu Oddeu, a 955 mt di quota; il pianoro, di origine carsica, è aspro a prima vista ma suggestivo e sospeso nel tempo, è piuttosto spoglio di vegetazione, cause ne furono incendi e pascolo intensivo, ma qua e la spiccano bellissimi ginepri, qualche isolato leccio e in primavera bellissimi esemplari di peonia; una lunga serie di brillanti creste calcaree (il “treno” che spingeva dietro Is Gruttas) fa da cornice ad est e si riconoscono da sud verso nord: Punta Is Gruttas, S’Azza Bianca, Punta s’Iscala, Punta ‘e Seni, Punta Aunei, tutte abbondantemente sopra i 1.100 mt d’altezza.

Planu Campu Oddeu: a sinistra foto aerea verso il bordo meridionale; al centro lo stradone sterrato che attraversa il pianoro da sud a nord, proseguendo in direzione della Gola Gorropu; a destra l’altura di Bruncu Pungiales, al limite occidentale dell’altopiano
Gruppo di capre a Campu Oddeu

In armonia pascolano allo stato brado molti animali come asinelli, capre, maiali selvatici, cavalli, mucche; ai paesaggi ampi e solitari in ogni direzione si accompagnano i flebili rumori di qualche campanaccio o le raffiche di vento che qui sanno essere particolarmente veementi e che spezzano brevemente il grande silenzio tipico del Supramonte.
Da Campu Oddeu partono o passano numerosi sentieri che lo collegano a varie parti del Supramonte urzulese e non solo; ad esempio si notano le indicazione per due sentieri in particolare: in direzione ovest il nr. 501 dirige verso Punta Orotecannas/Monte Pisaneddu e Funtana Orbenales/Fennau/Tomba dei Giganti di S’Arena; verso nord il nr. 502 conduce al primo tratto del Riu Orbisi e Campos Bargios/Sedda Ar Baccas (e quindi verso la Gola Gorropu).

Planu Campu Oddeu, da sinistra: cartello con le indicazioni sentieristiche; una peonia o rosa selvatica del Supramonte; gruppo di asinelli; la strada prosegue lasciandosi alle spalle l’altopiano

Lasciato Campu Oddeu alle spalle, la carrabile prosegue in direzione nord ovest scendendo di quota e attraversando un bel bosco di lecci, residuo di qualcosa un tempo certamente più ampio; dopo qualche curva arriviamo a un vallone, in località Televai dal nome di un grande ovile nei paraggi, dove confluiscono i corsi di diversi rii: di fronte a noi lo sbocco di Codula de sa Mela, stretta fra le alture di Serra Lodunu e Punta Margaida, il cui rio riceve da destra (da sinistra per noi che l’abbiamo davanti) le acque del Riu Semideddas e del Riu sa Terina per formare poco più a nord della valle il Riu Orbisi (che più avanti si unirà al Flumineddu creando la Gola Gorropu); per molti mesi questi rii sono effimeri ma durante le piogge possono essere molto irruenti come testimoniano i loro alvei spesso colmi di tronchi, rami e grosse pietre.

L’ampia valle di Televai. A centro foto è visibile la gola di Codula de Sa Mela, stretta fra Punta Margaida (a destra) e Serra Lodunu (a sinistra, ricoperto da un bel bosco di lecci)

Discesi alla valle la strada prende verso sinistra ai piedi di Serra Lodunu e passa accanto ad alcuni bellissimi recinti in pietra e pinnettos (località Televai), poi in qualche curva sale più decisamente scollinando a Genna Adaletzo, ai piedi della bellissima cima calcarea di Punta Ispignadorgiu (1.232 mt), e quindi giù verso la piana di Fennau, ancora in territorio di Urzulei ma prossimi a quello di Talana.

A sinistra i bellissimi cuiles di Televai; a destra la suggestiva cresta di Punta Ispignadorgiu, poco prima di giungere a Fennau
Foto aerea da ovest della piana di Fennau: a sinistra il lembo di lecceta ai piedi di Punta Ispignadorgiu e quindi l’ampio letto detritico dove convergono il Riu Sa Codula (da destra foto) e il Riu Pauli (da centro foto ai piedi del Monte Pisaneddu, 1.254 mt)

Fennau, con Punta Ispignadorgiu e le alture circostanti, è il lembo più meridionale dell’enorme piattaforma carbonatica mesozoica che costituisce il Supramonte montano (corrispondente ai territori di Urzulei, Orgosolo, Oliena e Dorgali) mentre verso sud il territorio passa agli scisti paleozoici tipici dell’area del Gennargentu; qui confluiscono provenienti da sud, in maniera anche molto impetuosa, il Riu Pauli (il cui bacino imbrifero è composto dal versante settentrionale di Punta Soleadduci e quelli meridionali di Monte Pisaneddu e Punta Calavrigu) e il Riu Sa Codula (il cui bacino imbrifero raccoglie le acque del versante nord orientale del Monte Genziana) e insieme percorrono la valle ad ovest di Punta Ispignadorgiu e Serra Lodunu per poi inserirsi nel tratto più incassato divenendo la già incontrata Codula de Sa Mela.

di grande rilievo, ai piedi di Punta Ispignadorgiu, è l’inghiottitoio conosciuto come Sa Rutta ‘e s’Edera, un sifone che raccoglie le acque del Riu Pauli e del Riu Sa Codula per convogliarle nell’esteso sistema acquifero carsico del Supramonte che ha la sua risorgiva presso Su Gologone, ben 21 km in linea d’aria più a nord (come dimostrato con versamento di tracciante nelle acque e conseguente monitoraggio con prelievi alla sorgente nel maggio/luglio del 2002).

Fennau. A sinistra l’arrivo della nostra strada con lo sfondo sull’inconfondibile Monte Novo San Giovanni; al centro la stretta valle ad ovest di Punta Ispignadorgiu diventerà più avanti la Codula de Sa Mela; a destra l’ampio letto ciottoloso alla confluenza con Sa Codula e il Pauli e alle spalle la lecceta ai piedi di Ispignadorgiu; alla base del banco roccioso a destra foto si trova Sa Rutta ‘e S’Edera

Per terminare l’itinerario, da Fennau è possibile imboccare uno sterrato in direzione sud che inizialmente segue il letto del Riu Sa Codula e quindi, dopo un tratto fra le alture scistose ai piedi di Monte Genziana, si immette in località S’Arcu ‘e S’Orostode nella strada asfaltata che unisce Talana (svoltare a sinistra) alla vecchia SS389 (svoltare a destra); è possibile che in periodi di forti piogge questo sterrato non sia percorribile per l’impossibilità di guadare il Sa Codula e sarà quindi necessario ritornare alla SS125 per terminare il giro.

Panorami caratteristici dalla sterrata fra Fennau e S’Arcu ‘e S’Orostode; a sinistra Punta Ispignadorgiu; al centro lo sfondo è caratterizzato dalle alture carsiche del Supramonte fra cui spicca Monte Novo San Giovanni; a destra il Riu Sa Codula




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